Intervento di Antonio Angioni all'evento Rome Investment Forum

Il 14 e 15 dicembre scorso si è svolta a Roma l'edizione 2018 del Rome Investment Forum - Invest in Europe.

Durante tale evento, Antonio Angioni ha fornito il suo contributo in qualità di relatore durante l'approfondimento "The new competitiveness challenges: funding requirements and opportunities."

Ecco di seguito il testo integrale dell'intervento.

The new competitiveness challenges: Funding requirements and opportunities.

Partirei da una doverosa premessa. Il contributo che portiamo al tavolo non è un contributo empirico ma il frutto delle esperienze maturate, come società di consulenza di direzione a fianco delle imprese nostre clienti.
Queste esperienze ci portano a sottolineare come oggi il contesto italiano sia caratterizzato da un elevato livello di ‘capital inequality‘ o forse, per rendere con maggior efficacia la situazione con la quale ci confrontiamo nella nostra attività, da una serie di asimmetrie e distonie.
Asimmetrie perché sicuramente le piccole e medie imprese hanno, rispetto alle grandi, maggiori problemi di accesso al credito ed ai finanziamenti.
Problemi che non sono riferibili solo al difficile contesto del periodo che vede le banche costrette a farsi carico di consistenti quote del debito pubblico ma anche ad una oggettiva incomunicabilità fra il mondo delle imprese ed il sistema delle banche e delle istituzioni finanziarie.
Incomunicabilità dovuta non solo al linguaggio, alle rigidità delle procedure e dei criteri di lettura ma anche alla mancanza di proattività dal punto di vista relazionale.
Come interpretare situazioni come quella di un’impresa nostra cliente (dove siamo impegnati per dare il supporto per il passaggio generazionale) con un fatturato superiore ai 60 milioni di €, con una situazione finanziaria solida che, intenta a predisporre un’operazione di acquisizione di un concorrente, si è vista offrire un finanziamento di un solo milione di € da un noto gruppo bancario, perché questa era l’unico risultato possibile dopo la consueta analisi degli ultimi tre anni?
O come interpretare il caso di chi, per crescere ed espandersi a livello internazionale, decide di affrontare il processo di quotazione in borsa e trova ascolto , dopo lunghe peregrinazioni in Italia, oltre Atlantico presso un Fondo Canadese capace di intravedere nel business promosso dall’imprenditore un’idea vincente?
Non solo ma notiamo che spesso le istituzioni finanziarie si attivano solo in una fase di criticità dell’impresa anziché promuovere anche attraverso società specializzate interventi di supporto alle imprese per garantirne lo sviluppo ed il consolidamento.
Tipico il caso dei fondi che ci interpellano sempre ex post, successivamente alle acquisizioni, realizzate con sofisticate due diligenze nelle quali l’human capital non viene mai preso in considerazione, salvo poi ricorrere ex post per fronteggiare situazioni non previste sotto il profilo gestionale.
Sono solo alcuni esempi ai quali ne potremmo aggiungere altri anche se ci sembra doveroso sottolineare come anche nelle imprese persistano alcuni endemici atteggiamenti che non agevolano.
Per alcuni, molti, imprenditori che hanno una vision, ce ne sono altri che purtroppo non vanno oltre il breve termine, che rappresenta, a nostro avviso, l’ottavo vizio capitale di cui non ha parlato Cottarelli nella sua recente brillante radiografia della situazione italiana.
Per alcuni imprenditori che accettano di fare percorsi di managerializzazione della propria struttura, di aprirsi ad una gestione più articolata e cadenzata, (richieste, se non ancora realizzate, come perquisites dai fondi) ce ne sono molti che guardano ancora a queste come costose sovrastrutture, che limitano la propria autonomia gestionale.
Abbiamo tante aziende sotto-capitalizzate ma abbiamo anche tante aziende sotto-managerializzate.
Sono limiti sui quali si può e si deve operare per far crescere una cultura dell’apertura e del confronto. Chi si accolla il rischio di impresa deve saper affrontare anche il rischio di confrontarsi, di coagulare attenzione e consenso, di accettare anche cambiamenti salutari per la stessa vitalità dell’impresa.
Appunto apertura e confronto che mancano però anche negli istituti di credito e nelle istituzioni finanziarie.
Anche a questo proposito vorremmo presentare come uno spunto sul quale riflettere la paradossale situazione che ha visto di recente un’azienda nostra cliente del Nord Est, trovare un’opportunità di direct lending grazie ad una società d’oltre alpe di consulenza finanziaria che ha proposto un operatore di Milano, un operatore che ha la propria sede di a poche centinaia di chilometri dall’azienda in questione!!!
Alla nostra comprensibile reazione di stupore, l’imprenditore ci ha riferito di non essere riuscito a conoscere questa realtà se non attraverso questa intermediazione.
Appunto incomunicabilità, che risulta costosa non solo per le imprese ma anche per le stesse istituzioni finanziarie che perdono opportunità di business.
Emblematica l’affermazione di un nostro cliente che ha iniziato da poco un insediamento industriale in Canada, allorquando la struttura dello stabilimento cominciava a prendere forma, è stato contatto da più di una banca interessata a conoscere ed a finanziare l’idea.

La particolare criticità del momento che stiamo vivendo sia a livello internazionale che nazionale, dovrebbe farci riflettere sull’urgenza di un approccio sistemico.
Non è la solita raccomandazione da convegni ma un invito a tutte le forze in campo per favorire un impegno comune per la crescita e l’affermazione di una cultura diversa, sinergica, di crescita del sistema.

La stabilità e la prosperità di una società si basa sulla sua capacità di essere sostenibile e la sostenibilità è data dalla capacità di creare valore.
Non si abolisce la povertà per decreto così come non si favorisce la ripresa economica per decreto.

Antonio Angioni, co-founder e senior consultant di
Poliedros Management Consultant


14 dicembre - 15 dicembre 2018 dal 14 dicembre ore 09:00 al 15 dicembre ore 18:00